Le più frequenti difficoltà riscontrate nelle fasi dell’ età infantile e adolescenziale sono le seguenti:
– Comportamento oppositivo provocatorio: è il caso in cui è presente nel bambino una costante opposizione a regole o a divieti che di solito si manifesta attraverso comportamenti disturbanti che possono diventare distruttivi
Le più frequenti difficoltà riscontrate nelle fasi dell’ età infantile e adolescenziale sono le seguenti:
– Comportamento oppositivo provocatorio: è il caso in cui è presente nel bambino una costante opposizione a regole o a divieti che di solito si manifesta attraverso comportamenti disturbanti che possono diventare distruttivi nei confronti di persone o luoghi che rappresentano un tentativo di attirare l’attenzione; nell’adolescente: l’atteggiamento sopra descritto, può da disturbante, diventare violento ed aggressivo.
– Psicoastenia:
– bambino: è tranquillo, pur senza risultati soddisfacenti si impegna nello svolgimento dei compiti e accetta l’aiuto altrui. Le difficoltà iniziano ad evidenziarsi nell’adolescenza;
– nell’adolescente: il ragazzino si isola, ha scarse relazioni sociale, e in modo più evidente di ciò che accade nel bambino non si ribella mai, vivendo in uno stato di chiusura significativo. Può, se non riconosciuto e/o trattato, degenerare in uno stato di disturbo di personalità border e/o psicosi, così come in gesti autolesivi importanti.
– Fobia scolare o generalizzata:
– nel bambino: solitamente collegata a una relazione morbosa con uno o con entrambi i genitori, per cui l’attaccamento eccessivo impedisce al bambino di sentirsi al sicuro quando lontano dalle figure parentali, che sono a loro volta per prime in ansia per il figlio;
– nell’adolescente: ripetuti comportamenti evitanti rispetto all’oggetto della fobia con richiesta di aiuto e/o di protezione o, al contrario, ripetuti comportamenti di improvvisa e motivata chiusura.
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– Disturbo ossessivo–compulsivo:
– nel bambino: iniziale richiesta di rassicurazione rispetto a una paura che, non rassicurando, può portare all’esecuzione di veri e propri rituali, mentali o comportamentali, nel tentativo di evitare che accada qualcosa di temuto, di riparare a qualcosa che è accaduto o di propiziare che accada quello che si desidera. Molto spesso si osservano Tic che, da gesti che placano inizialmente la tensione, possono diventare compulsivi, quindi non controllabili e limitare la libertà personale e sociale del bambino;
– nell’adolescente: veri e propri rituali mentali e/o comportamentali strutturalmente complessi.
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– Paranoie o manie di persecuzione:
– nell’adolescente: il ragazzino sorride molto raramente, manifesta un atteggiamento di chiusura difensiva nei rapporti, è costantemente teso con frequenti crisi aggressive talvolta ingiustificate.
Nell’età infantile l’intervento previsto è di tipo indiretto, ossia utilizza i genitori come primi e principali artefici e protagonisti del cambiamento. L’obiettivo è quello di rendere i genitori dei punti di riferimento affidabili in quanto autorevoli per il bambino e modelli di vita.